Adelante, Pedro (con giudizio)

È assunto comune e ovvio che leggere provochi pensieri. È assunto abbastanza comune e meno ovvio che leggere provochi immediatamente pensieri.

Il fatto è che la lettura non è una corsa di centro metri, è piuttosto un andare per boschi lento e ripetuto, uno spostare rami e rovi, guardare pezzi di cielo, annusare sottobosco, resine, legno, tendere l’orecchio a frullii, stridii, silenzio.

La pratica che si vuole innescare è dunque rivolta all’incedere, all’andare, e non vuole sollecitare risultati immediati, verifiche dal respiro corto, orti ben recitanti, vuole piuttosto stendersi in ore, giorni, mesi, anni andando ad arricchire la polpa dei giorni, degli scambi, delle relazioni, della possibilità di pensiero.

Nell’incontro con ragazzi e ragazze si proporrà la possibilità di andare in alcuni libri (libri gioco, libri illustrati, libri di poesia) che propongono sguardi sbiechi e sorprendenti. Si tratterà di una pratica non finalizzata, esplorativa, interlocutoria, non volta a mettere in parole l’esperienza.

Negli incontri di formazione con gli insegnanti, a partire dalle bibliografie proposte, ci si interrogherà su come mettere le basi per un metodo che allo stesso tempo renda la lettura pratica desiderabile e quotidiana e possa verificare nello stendersi intero della vita scolastica, senza prevedere momenti dedicati, lo sviluppo e il fiorire di pensiero.